Resolución del Trauma

Muchas veces no hacemos lo que queremos realmente porqué tenemos miedo a fracasar, o simplemente no deseamos repetirnos en situaciones que nos causaron dolor de algún nivel. La sensación es que cada vez el dolor es mas grande y difícil de enfrentar. 
De esta manera nos privamos de una vida creativa y de apagamiento, y nos quedamos en una zona de confort mas o menos agradable.

Cuando por alguna razón, dependiente de nosotros o no, esta zona de confort se pone incomoda o de repente cambia algo alrededor de nosotros y nos afecta, podemos pedir soporte a través de sesiones individuales de Resolución de Trauma. 

No siempre se sabe a nivel consciente de tener algunos traumas, y por eso muchas veces nos damos cuenta de eso durante sesiones de diferentes terapias. Por ejemplo, en sesiones de Constelaciones Familiares y Sistemicas se encuentran tal vez traumas familiares que nos afectan a nivel inconsciente a través de manifestaciones emocionales y físicas.
Tal vez los primeros traumas se encuentran en las fases prenatal y perinatal y están totalmente bajo custodia de memoria corpórea.
Otra veces se conocen los traumas recién vividos, y según la situación se elegirá como enfrentar el tema.

Un encuentro puede durar desde una hora hasta dos.
Es un trabajo a base corporea, donde se va a imaginar paso a paso una situación similar a la del trauma, pero esta vez escogiendo recursos que nos ayudarán a sentir en el cuerpo que se puede completar el movimiento interrumpido, sin caer nuevamente en el dolor pasado, sin crear un nuevo trauma.
Liberar nuestra energia de esta jaula del pasado nos permite enfrentar la vida con mas alegría de vivir, y de utilizar las experiencias de caídas como unas oportunidades de aprender.


Many times we don't do what we want to do because we feel fear to fail, or simply we don't want to repeat situations that were painful for us, in some level. The sensation is that every time is harder to face pain.
In this way we renounce to be creative and satisfied for staying in a comfort zone, more or less pleasant.

When for some reason, depending from us or not, this comfort zone become uncomfortable or suddenly something around us changes and affects us, we can look for support through individual sessions of Trauma Resolution.

We don't always know in a conscious level that we had some trauma, and for that many times we realize it during other therapy sessions. For example, in individual sessions of Family and Systemic Constellations sometimes a trauma that affects us can appear in the family system, in an unconscious level, through physical and emotional manifestations.
Sometimes the first traumas are in the prenatal and perinatal phases and are totally controlled by the memory of the body.
Other times we know the trauma that we experienced recently, and looking at the specific situation we will decide how to work about it.

A session can last from one hour till two.
It is a bodywork, where we imagine a situation similar to the trauma issue, but this time founding new resources first, this will help us to feel in the body we can complete the movement interrupted, without falling again in the past pain, without creating a new trauma.
Releasing our energy from this cage of the past, permits us to face life with more joy and use the experiences of a fall as an opportunity to learn.



Una ricerca molto vasta è stata condotta in trent’anni da Peter Levine, medico e psicologo americano, che ha scritto il famoso libro “Waking the tiger-Healing trauma” tradotto in italiano con il titolo “Traumi e shock emotivi”: è il fondatore della tecnica chiamata “Somatic Experiencing®”. 
A questi studi si ispirano ormai molti ricercatori di varie tecniche del benessere, perchè è diventato chiaro a molti che nessuno è immune dai traumi e che anche se è dato per scontato che violenze o incidenti lasciano dei segni più chiari nel percorso delle persone, ci sono molti sintomi ai quali non si trovano apparenti cause se non leggendoli su un piano più profondo rispetto ad eventi eclatanti. 
Ad esempio, come già accennato nel paragrafo dedicato alle Costellazioni Familiari e Sistemiche, emerge spesso che traumi accaduti nel sistema familiare, o in un sistema più ampio come il territorio di origine, influenzino a livello inconscio la vita di una persona. Anche terapeuti che non usano tecniche come le Costellazioni, praticando con ascolto e dedizione la disciplina che hanno scelto come professione di aiuto, arrivano alle stesse conclusioni.
I traumi che non sappiamo di portare dentro di noi possono avere avuto la loro origine quando eravamo molto piccoli oppure possiamo in qualche modo esserci dissociati dall'esperienza perchè era troppo forte. 

Somatic Experiencing® si fonda sul “felt sense” il sentire del corpo, che sappiamo essere risvegliato da molte altre tecniche di lavoro corporeo. Questa ricerca diventa quindi più facilmente il terreno comune dove possono essere scambiate esperienze di interazione tra operatori di varie discipline.
Sia lo Shiatsu che le Costellazioni Familiari e Sistemiche si stanno evolvendo integrando le preziose ricerche di Peter Levine.
Non tutti gli operatori del benessere procedono nello stesso modo lungo questo cammino evolutivo, chi comincia apre la strada agli altri e contribuisce a cambiare il tessuto e il modo di vedere e percepire questi temi, e questo riguarda chi pratica e chi usufruisce di questi percorsi di ricerca di equilibrio e benessere.
Non si può avere la pretesa di riassumere in poche righe quello che il libro citato spiega in un linguaggio molto facile e fruibile anche dai non accademici.
Ciò che si può accennare è che quando un evento traumatico non è stato risolto, nella persona rimane dell’energia “congelata” che non è disponibile all’utilizzo quotidiano, dando luogo a sintomi che si sviluppano anche a distanza di tempo dall’evento che ne ha dato origine.

Per molto tempo si è creduto che far rivivere in modo catartico gli episodi traumatici fosse un mezzo per trovare una soluzione, ma senza le dovute attenzioni si è spesso ritraumatizzata la persona, offrendogli la possibilità di uno sfogo temporaneo o di una presa di coscienza senza tuttavia portare soluzione, anzi, creando un ulteriore danno.
La vita stessa si occupa di riproporre all’individuo situazioni simili a quelle vissute, che noi conosciamo come “coazione a ripetere”: a quanto pare attiriamo noi stessi quelle situazioni per avere un'altra possibilità di sbloccare l'energia che è rimasta congelata. Questo accade perchè l’evoluzione è una spinta naturale e per evolvere pienamente è necessario quindi focalizzarsi sul fare dei passi avanti con consapevolezza ogni volta che abbiamo un'opportunità di risoluzione. Si tratta quindi di tracciare un nuovo cammino proprio nelle situazioni dove ci sentiamo incastrati in una ripetizione che non porta risultati soddisfacenti per la nostra vita.

Accompagnare una persona nella risoluzione dei traumi significa accompagnarla a completare il movimento che si è interrotto durante il trauma, quando l’energia sprigionata dal corpo legata all’istinto di sopravvivenza non è stata utilizzata nè per lottare nè per fuggire, ma si è semplicemente “congelata”. Quella stessa energia può essere contattata e lasciata libera di esprimersi e di completare il movimento interrotto: soltanto così la persona può riacquistare la fiducia sulla sua possibilità di reagire al pericolo e ricominciare ad usare tutte le sue capacità, per vivere più interamente la sua vita.
Talvolta questo percorso di rivela lungo e lento, ma ad ogni passo si conquista la consapevolezza e lo spazio per godersi i risultati di questo cammino.

Ci sono varie opinioni sul fatto che per superare i traumi e vivere pienamente la propria vita non sia necessario sapere esattamente che cosa è successo: Levine ne parla ampiamente nel suo libro e si ritiene d’accordo con il fatto che non sia indispensabile.
E’ vero comunque che nel processo di guarigione molti elementi vengono a galla e vanno contenuti, ma soprattutto è importante procedere oltre, quindi compiere interamente il movimento e non fermarsi al trauma in sè, che ne è soltanto l'interruzione. 
Vale questo punto di vista anche per tutto ciò che si definisce “imprinting di nascita” che si sta a poco a poco ampliando come ricerca, riguardando non solo l’evento della nascita ma il periodo di vita nell’utero e il concepimento che lo precede. Se è vero che esistono traumi riconosciuti nella fase della vita intrauterina, è altrettanto importante riconoscere che non è sufficiente venirne a conoscenza per guarire e poter cambiare l’esperienza di vita. Anche qui è importante completare il movimento interrotto, cioè sentire attraverso il corpo che si può lasciare andare l’esperienza e avere la forza di fare i primi passi in modo nuovo e a poco a poco consolidare un nuovo cammino. 
In questo percorso di ricerca si rivelano molto utili tutti gli aspetti creativi che risvegliano le potenzialità che sono rimaste inespresse: poter vivere l'apprendimento creativo in collegamento con la guarigione che stiamo vivendo è un modo giocoso e gioioso per apprezzare e addolcire le fasi di cambiamento.

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